“Gli atti discriminatori sono reati, ovunque. Non esistono luoghi dove si possa consentire un atto discriminatorio sotto il cappello di ‘libera espressione di un pensiero critico’ o ‘libera manifestazione del pensiero’. Gli atti discriminatori nei confronti di soggetti o etnie sono reati ovunque. L’università – che noi amiamo profondamente – non è un zona franca, non è un luogo che possa garantire a qualcuno che sta commettendo reati l’impunità”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, intervenendo in audizione in commissione sui fenomeni di discorsi d’odio, discriminazione e disinformazione connessi allo stravolgimento della situazione in Medio Oriente in seguito all'attacco del gruppo islamista palestinese Hamas a Israele. 

Per Bernini “le contestazioni e l’espressione dentro le università di un pensiero critico anche radicale, urticante rispetto ad un interlocutore è rispetto della libertà di pensiero che consideriamo un arricchimento. L’unico limite è la violenza”.

Dopo il pogrom del 7 ottobre Dal 7 ottobre “è cambiata la natura” delle manifestazioni nelle Università, ha osservato ancora il Ministro. “Ora è una contestazione legata a frasi e a riferimenti sulla falsariga di una contestazione che non attiene al ministero dell’Università e della Ricerca, anzi vuole fare del ministero un luogo dove si combattono le idee, non si condividono. È come se attraverso questa forma di contestazione si volessero indurre le le università a schierarsi, a ‘entrare in guerra’”, ha concluso, 

Sezione: Politica italiana / Data: Gio 18 aprile 2024 alle 16:40
Autore: Tommaso Di Caprio
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