“Le catene che in un'aula di giustizia legavano mani e piedi a Ilaria Salis hanno fatto il giro del mondo perché non è pensabile che ciò avvenga in un paese dell’Unione europea. Da quasi un anno questa cittadina italiana è rinchiusa in condizioni degradanti in una cella in Ungheria, dove ha subito maltrattamenti e umiliazioni. Questa è una palese violazione dei diritti umani. Quello che ci preoccupa maggiormente è l'accanimento dimostrato nei confronti di Ilaria per il suo essere un’attivista antifascista. Il report della Commissione sullo stato di diritto in Ungheria ha più volte sottolineato la mancanza di indipendenza del potere giudiziario dal governo.

Ilaria potrà avere un giusto processo? Dalla richiesta spropositata di pena avanzata e dalla mancanza di garanzie difensive, ci sembra che la risposta sia no. Speriamo di sbagliarci, anche se l'eurodeputata di Fidesz Enyko Gyori l’ha già appellata come criminale senza però che ci sia stata una sentenza di condanna. Questa penosa situazione mostra anche la fragilità dei nostri Trattati e l’importanza, con l’allargamento dell’Unione, di abbandonare la regola dell’unanimità. Il potere di veto dell’Ungheria in Consiglio, infatti, non può spingere la Commissione a essere più morbida sulla questione del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto: non sono negoziabili”, così in un intervento in plenaria Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.

Sezione: Politica italiana / Data: Mar 06 febbraio 2024 alle 09:45
Autore: Redazione Milano
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