L’ok definitivo del Parlamento europeo alla genetica green è importante per aiutare concretamente gli agricoltori a ridurre input chimici e risorse naturali, ma anche ad adattarsi alle nuove patologie e ai nuovi insetti che sempre più si diffondono anche in Europa a causa dei cambiamenti climatici. È quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere soddisfazione per l’approvazione della posizione formale del Parlamento europeo sul dossier relativo alle nuove tecniche di selezione genomica (Tea) che di fatto blinda il testo in vista della trattativa con il Consiglio Agricoltura dell’Ue, che auspichiamo possa trovare presto un accordo positivo.

“Un passo avanti che permetterà di selezionare nuove varietà vegetali, con maggiore sostenibilità ambientale, minor utilizzo di input chimici, ma anche resilienza e adattamento dei cambiamenti climatici – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -, nel rispetto della biodiversità e della distintività dell’agricoltura italiana ed europea.

Il tutto attraverso il sostegno che potrà essere assicurato dalla ricerca pubblica con l’abbandono della logica del brevetto delle multinazionali delle sementi. Le nuove tecnologie di miglioramento genetico raggruppate sotto la denominazione Tea o Ngt (Tecnologie di Evoluzione Assistita) non hanno nulla a che fare con i vecchi Ogm – sottolinea la Coldiretti – poiché non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta e permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, della difesa della biodiversità e affrontare l’obiettivo della sovranità alimentare.

Un passo determinante che in Italia potrà giovarsi del primo storico accordo siglato esattamente tre anni fa tra agricoltori e scienziati per la una nuova genetica “green” tra la Coldiretti e la Siga (Società Italiana di Genetica Agraria) che punta a tutelare la biodiversità dell’agricoltura italiana e, al contempo, a migliorare l’efficienza del nostro modello produttivo attraverso, ad esempio, varietà più resistenti, con meno bisogno di agrofarmaci ed acqua con risvolti positivi in termini di sostenibilità ambientale in un impegno di ricerca partecipata anche da ambientalisti e consumatori.

Sezione: Altre Notizie / Data: Gio 25 aprile 2024 alle 11:30
Autore: Redazione Milano
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