È stata rimossa ieri mattina, a Forcella, la scritta apposta su un muro inneggiante a Luigi Caiafa. In nome del baby rapinatore ucciso nel corso di una rapina a via Duomo da un ispettore di polizia

Catello Maresca, candidato sindaco del centrodestra a Napoli, è intervenuto così sulla vicenda: "La rimozione della scritta inneggiante a Luigi Caiafa è un importante segnale. Napoli deve recuperare una cultura della legalità, a partire dal dare messaggi chiari ai cittadini. Da uomo delle istituzioni e futuro sindaco, voglio che Napoli diventi la città delle regole."

Perché prendo spunto da questo fatto di cronaca? Perché credo che troppo spesso tra i giovani non si capisca la pericolosità di certi gesti. E alcune cose non devono ne essere giustificate ne capite, come invece spesso sono portati a fare i genitori.

Sempre più minorenni impugnano armi giocattolo, che ormai sono delle vere e proprie riproduzioni di armi vere e cercano di svoltare la serata a scapito di malcapitati, poi la famiglia grida alla giustizia.

Giustizia? Quando un minore a viso coperto uccide o si fa uccidere perché impugnando una pistola cerca di fare la serata non deve esserci giustizia, o almeno non devono esserci giustificazioni o riduzioni di pena.

In questo caso il 16enne ha scelto di rapinare un ragazzo e di puntare una pistola, le conseguenze sono i rischi di un “mestiere” come quello del rapinatore. Ti può andare bene, cosi come ti può andare male. Se avesse fatto l’imbianchino o semplicemente se fosse stato a casa perché a sedici anni il giorno dopo dovresti essere sui banchi di scuola non sarebbe morto.

E non facciamo retorica, non c’è bisogno che lo dica qualche politico: se fai il rapinatore sai quali sono i rischi. E se i tuoi parenti e mezzo quartiere assaltano un ospedale e sparano contro una caserma (altro episodio che purtroppo è successo)  vuol dire che la camorra vuol dettare legge, e lo stato non può accettarlo.

I genitori spesso pongono una domanda: “Io non so se mio figlio stava rapinando quell’uomo. Ma questo vuol dire che chi fa una rapina può essere ucciso da un carabinieri?”

Si cari genitori.

E vi dirò di più anche se non fosse stato un carabiniere ma una persona normale e avesse usato le mani per difendersi o un qualsiasi oggetto a portata di mano vi risponderei sempre si.

Ognuno di noi, anche a sedici anni dovrebbe saper distinguere tra il bene e il male e cari genitori una rapina a volto coperto con una pistola (seppur finta) è il male. Invece di chiedere giustizia per i vostri figli che probabilmente non avete saputo crescere  chiamateli con il nome che gli si addice “delinquenti” .  Perché a fronte di tanti ragazzi persi ce ne sono tanti che nascono nello stesso quartiere ma studiano lavorano e fanno sacrifici per crescere.

Basta giustificazioni se i vostri figli sono grandi per fare una rapina, sono grandi anche per capire che di rapina si può morire.

Susanna Marcellini

@susannamarce

Sezione: L'editoriale / Data: Gio 23 settembre 2021 alle 17:32 / Fonte: politicanews
Autore: Susanna Marcellini
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