Dalla Fondazione Fantastiche Dolomiti, di cui è fondatore, passando per lo sviluppo economico che parte dalle piccole realtà. Fino ad arrivare qllq gestione del Made in Italy tanto cara all'esecutivo Meloni. La redazione di PoliticaNews.it ne ha parlato in esclusiva con Claudio Canova, presidente di Fondazione Fantastiche Dolomiti.

Ci può spiegare di che cosa si occupa la fondazione Fantastiche Dolomiti e quali sono i suoi obiettivi strutturali?

"La Fondazione Fantastiche Dolomiti nasce per sostenere lo sviluppo economico del proprio territorio, basato esclusivamente su criteri di sostenibilità ambientale e del benessere sociale. Un incubatore produttivo sia fisico che virtuale, capace di favorire la partecipazione attiva e propositiva allo sviluppo di programmi che traguardano il futuro. Un polo multifunzionale, multidisciplinare e multi-aziendale capace e di accompagnare un insieme di interlocutori affidabili a gestire il cambiamento caratterizzato dal grande progresso tecnologico e di trasformazione digitale, in grado di frenare lo spopolamento delle zone montane".

Lo sviluppo economico su base sociale, partendo dalle zone meno densamente popolate, per collegare l'industria produttiva su scala nazionale, costituisce uno degli obiettivi dell'esecutivo Meloni, a tutela del Made in Italy. Quali ingredienti servono, a suo avviso, per valorizzare al meglio la dimensione locale delle industrie?

"Siamo convinti che l'economia non sia un valore ma uno strumento per creare valore. Il cambio di paradigma da parte delle grandi aziende, insediate nei territori marginali, potrebbe proprio essere quello di avviare un nuovo modello di sviluppo in cui la competizione si basa su principi di sostenibilità. Vanno però considerati tutti i parametri della sostenibilità a partire da azioni concrete di inclusione sociale territoriale con il coinvolgimento diretto delle popolazioni locali".

 L'Italia potrà mai avvicinarsi ai Paesi del Nord-Europa sulla tematica della mobilità sostenibile?

"L'Italia ha dimostrato più volte di saper recuperare e molto spesso superare modelli più evoluti di sviluppo. Per avvicinarsi ai Paesi Nord-Europei, però, serve un nuovo piano strategico di gestione dell'energia, delle infrastrutture necessarie per le forniture e di conseguenza un nuovo piano della mobilità. Non siamo convinti che la risposta ricada sulla mobilità elettrica. Non possiamo immaginare le piazze, anche delle periferie, colme di colonnine di ricarica con auto in coda. Vanno accelerate forme alternative quali l'idrogeno verde, utile anche per limitare la dipendenza energetica da paesi terzi".

Sezione: Esclusive / Data: Ven 13 gennaio 2023 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
vedi letture
Print