a cura di Alessandra Broglia

Dopo la temporanea sospensione tra la cruda realtà dei fenomeni bellici dell’Ucraina, che ci tengono con il fiato sospeso, ma carichi di volontà perché al conflitto bellico, tra il forte desiderio di pace, venga posta la parola fine, riprendiamo la nostra rubrica. Continuiamo con la preziosa consulenza del nostro esperto di riferimento, il dottor Mauro Berta, membro del comitato scientifico per la dermatologia di Ambimed Group Milano network in Travel and Tropical Medicine Italia e del Centro di Ricerca Scientifica Biochimica, Nutrizione e per la medicina tropicale D. Carrion, Facoltà di Medicina, Univ. Nacional Mayor de S. Marcos – Lima. Nei viaggi ai tropici si può contrarre una patologia cutanea abbastanza comune: la larva migrans cutanea.

Come si caratterizza?

"Dovuta ad alcuni nematodi, piccoli vermi biancastri che fanno parte degli elminti, che a loro volta si suddividono in trematodi, nematodi e cestodi. Questi ultimi si contraddistinguono per essere vermi di lunghezza superiore; ad esempio la tenia solium e la tenia saginata. Questi nematodi, che provocano la patologia, penetrano per via transcutanea e sviluppano questa dermatosi. Tali nematodi, di norma, infestano alcune specie animali: l’ancylostoma braziliense, che è un parassita dei cani, dei gatti e degli animali selvatici molto comune. Si introduce comunemente in questi animali domestici ed è presente nelle zone dell’America Centrale, del Sud America, dei Caraibi, ma direi di più in maniera estesa nelle zone umide, con caldo umido di altri continenti come l’Asia o l’Africa. In particolare quello del cane viene chiamato ancilostoma caninum. Presenta una certa difficoltà a penetrare e può dare una tipica reazione orticarioide, rilevata e serpiginosa, cioè il cammino di questa larva sottocute crea un tragitto tortuoso, visibile come un tunnel rossastro che attraversa la cute".

Quali zone del corpo colpisce più frequentemente?

"Può colpire in particolare il dorso del piede, poiché zona più esposta, ma non della pianta, poiché più resistente; possono essere colpiti gli spazi interdigitali, e più raramente mani, ginocchia e glutei. Inizialmente si percepisce come una puntura, a seguire un arrossamento definito eritema e una papula (rigonfiamento) pruriginoso rossastro, considerata il primo stadio della migrazione del nematodo, cioè dell’ancylostoma. Dalla lesione si rileva un andamento serpiginoso, con piccole curve, relativamente infiammato. Possiamo descrivere l’avanzamento del parassita in zona di testa con aspetto papulo vescicoloso, con pigmentazione scura e desquamazione in quella di testa".

Quali sono i sintomi?

"In primis la sensazione di puntura, poi compare questo forte prurito. Se dovessimo localizzare istologicamente dove si trova questa lesione serpiginosa, si evidenzia nell’epidermide e nello strato basale, non nel derma o non nell’ipoderma. Quasi mai arriva al derma e ciò è importante perché non penetra profondamente, rimanendo in superficie. Il motivo si ricollega al fatto che questi parassiti non hanno degli enzimi che sono in grado di attaccare la membrana basale dell’epidermide e passare quindi nello strato sottostante che è il derma. Non sono in grado di farlo poiché non hanno gli enzimi demolenti lo strato basale".

Cosa può succedere se non si interviene?

"La morte delle larve non avviene prima delle due settimane se non addirittura circa 56 giorni; quindi quasi due mesi. Ecco perché è importante al ritorno da un viaggio, se si nota come un canalino rossastro sulla cute, bisogna subito farlo vedere per trattarlo, altrimenti la larva rimane all’interno per quasi due mesi".

Come si può curare?

"La terapia consiste nel albendazolo, un prodotto utilizzato per uso topico. In particolare viene usata come galenico. Di norma è conosciuto come antimicotico, ma presenta anche uno spettro su questi parassiti elminti che sono i nematodi. In alternativa al albendazolo c’è l’ivermectina, mirata per i vermi. Alcuni dermatologi utilizzano addirittura la crioterapia, cioè l’azoto liquido, soprattutto sul tunnel a livello della testa del nematode, dove è presente la papula o vescicola, per bloccare l’avanzamento del parassita. Dopo un trattamento di circa dieci giorni con il albendazolo si ferma la larva. Bisogna però fare attenzione, poiché è molto facile se si va soprattutto nell’America Centrale, nel Sud America, anche in spiaggia. Ma bisogna prestare attenzione anche a cani e gatti domestici, sono spesso infestati, poiché in quelle aree non vengono trattati, osservati o visitati da veterinari come nei paesi europei, pertanto lasciati all’esterno si possono infestare facilmente di questo parassita, con facile conseguente trasmissione all’uomo. Quindi bisogna prestare molta attenzione al tipo di calzatura, né privi di calza magari in cotone, tenendo il piede coperto, per quanto possibile".

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 09 aprile 2022 alle 18:04
Autore: Redazione PN
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