a cura di Alessandra Broglia

Tutti noi ne abbiamo sentito parlare, specie quando si parla di zanzare fuori dai nostri confini, nonché immaginato la gravità della stessa, specie in epoche diverse o la tempestività della diagnosi. Una malattia legata anche alla sfera storico-sociale, in grado di attaccare forme animali come gli esseri umani. Ci affidiamo al consueto supporto del nostro esperto, il dottor Mauro Berta, membro del comitato scientifico per la dermatologia di Ambimed Group Milano network in Travel and Tropical Medicine Italia e del Centro di Ricerca Scientifica Biochimica, Nutrizione e per la medicina tropicale D. Carrion, Facoltà di Medicina, Univ. Nacional Mayor de S. Marcos – Lima.

Quale organismo ne è responsabile?

Il protozoo malarico, un parassita che appartiene al genere plasmodium e comprende diverse specie che sono mirate ai mammiferi, agli uccelli, ai rettili. Il parassita che colpisce l’uomo è trasmesso dalla zanzara anopheles, che introduce nell’uomo la forma infettante detta sporozoica, presente nelle ghiandole salivari della zanzara stessa, vettore della malaria.

Come si sviluppa?

Questi sporozoiti penetrano nelle cellule epatiche. In tali cellule avviene la riproduzione delle stesse, il cosiddetto primo ciclo, con liberazione di merozoiti, che raggiungono il torrente ematico, per svolgere un’azione parassitaria nei confronti dei globuli rossi, sito di continuo sviluppo e riproduzione. Man mano che i parassiti aumentano a livello ematico, si hanno i primi fenomeni episodici di febbre e di altre sintomatologie legate alla malaria. A seguito della sua entrata nel globulo rosso il parassita prende la forma tipica ad anello, con vacuolo al centro. Quest’ultimo tende a scomparire e il protozoo si ingrandisce, fino a colmare l’eritrocita, cioè il globulo rosso.

Come si diversifica il genere plasmodium?

Nel plasmodium vivax che dà origine alla cosiddetta terzana benigna, sviluppato nelle regioni dell’America latina e dell’Africa dell’Est. Il plasmodium ovale più sviluppato nell’Africa dell’Ovest, come Camerun e Nigeria. Il plasmodium falciparum, che risulta il più pericoloso ed è il responsabile della terzana maligna; si trova in Asia, America latina e tutta l’Africa sub-sahariana. Il plasmodium malariae è il responsabile della quartana benigna, in zone tropicali e subtropicali. Secondo il World Malaria Report dell’OMS, i dati relativi al 2016 si quantificavano 216 milioni di nuovi casi con 450.ooo decessi. L’Africa sub-sahariana è la regione più martoriata, con il 90% di morti. Se si vuole identificare tra adulti e bambini, ogni 10 deceduti 7 sono bambini. In Italia sono importati ogni anno circa 700 casi, di cui qualche sospetto, ma non dimostrato, di zanzare vettori locali. Un esempio fu nel 2014 con quattro casi in Puglia, senza definire l’esatta eziologia, con forti dubbi di trasmissione da zanzare di tipo autoctono, cioè italiano. I dati del 2019 riportano nel mondo 229 milioni di casi, con 400.000 decessi.

Qual è il sintomo da non sottovalutare?

La febbre è uno dei sintomi caratteristici, preceduta da un’incubazione che mediamente varia dai 7 ai 30 giorni. Alla febbre segue una penetrazione molto rapida del parassita nei globuli rossi. Alcuni vengono ingeriti dal vettore anopheles durante il passaggio nel sangue e nello stomaco della zanzara, da cui prendono vita gli zigoti, i quali invadono la parete intestinale fino al ciclo vitale del parassita dal fegato al sangue.

Qual è la situazione a livello geografico?

Dagli inizi del ‘900 la malaria fu combattuta in molte parti delle zone temperate, ma attualmente è diffusa in maggioranza nelle zone tropicali e subtropicali. In Africa il maggior numero di ammalati, nella quale è endemica. Una differenza si riscontra in Medio Oriente, l’Asia Centrale il Sud-est Asiatico e America del Sud e centrale; un’endemia sicuramente minore di quella africana.

Come è possibile classificare le specie nel mondo?

Sono circa 3500, di cui 40 sono in grado di trasmettere la malaria. L’anopheles gambiae è il vettore malarico dell’Africa sub-sahariana, zona appunto più gravemente colpita.

                                                                                                                      [continua]

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 22 gennaio 2022 alle 10:50
Autore: Redazione PN
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