""Nell’intervista marxiana di Bettini, il modello del futuro per la sinistra italiana è molto chiaro: la fusione tra Pd e 5 Stelle, per rifare un conglomerato stile PCI, con una spruzzata di cattolicesimo alla Tarquinio subalterno allo schema e totalmente ininfluente sul piano politico. Bettini si ferma nel dire quello che è inevitabile: il leader di questo disegno è Giuseppe Conte, cui il sinedrio interno sacrificherà la leadership di una Schlein funzionale al disegno. Se poi da lì riusciranno a dare l’assalto al capitalismo, come si propone, si vedrà.

Ma tutto questo non fa che confermare un dato ormai strutturale: per i riformisti del Pd (che siano cattolici democratici o di ispirazione liberal repubblicana) non c’è più spazio. Non sono più utili alla bisogna, perché il loro spazio viene soppiantato da operazioni maquillage e la loro cultura istituzionale e organica viene rigettata da una “nuovelle vague” che fa del movimentismo, del sincretismo e del wokismo il perno di una presunta modernità che in realtà -come denotano le parole di Bettini- e’ nei fatti una restaurazione sotto mentite spoglie.

E, in fondo, è anche giusto così: La sinistra italiana italiana sceglie di rifondersi con la critica al capitalismo, un radicalismo massimalista e Giuseppe Conte leader. Auguri. Resta il tema di cosa accadrà al centro riformista: e anche su questo, il successo della lista Stati Uniti d’Europa a giugno potrebbe far comprendere a tanti amici rimasti “prigionieri politici” al Nazareno che il loro destino è inevitabilmente altrove rispetto al bettinismo in salsa contiana".

Lo scrive su X il capogruppo di Italia Viva al Senato, Enrico Borghi.

Sezione: Politica italiana / Data: Sab 27 aprile 2024 alle 12:30
Autore: Veronica Mandalà / Twitter: @very_mandi
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