Andrea Scanzi, giornalista, ha pubblicato il seguente post Facebook:

"Non ho scritto nulla su Guglielmo Epifani. Non l’ho fatto non certo perché la sua scomparsa non mi abbia colpito (al contrario), ma perché mi ha fatto male. E onestamente cominciano a essere troppe le persone belle che se ne vanno.

Epifani mi appariva spesso troppo “morbido”, e Dio solo sa anche in casa mia - iperpoliticizzata e di sinistra assai - quante volte abbia suscitato dibattiti. Sulla sinistra, sul sindacato. Diciamo che, semplificando, mia madre incarnava l’ala riformista (quindi più vicina a Epifani) e mio padre quella massimalista. Un film che osservo da 47 anni.

Ho sempre guardato a Epifani come a una persona colta, garbata, d’altri tempi. Forse troppo “alto” per poter essere veramente “di massa” (e non lo dico come critica. Anzi). La sua scomparsa indebolisce ancora di più una politica che mi appare sempre più sfibrata, noiosa, vuota e distante.

Giovanni Floris, lunedì a Otto e mezzo, ha speso parole molto belle per ricordarlo. Qui voglio però citare Pierluigi Bersani, che non a caso è a oggi il politico che stimo di più in Italia:

“L’eleganza non è quel che indossi, è quel che sei. Anche nel confronto aspro e nella battaglia dura tenere la misura e perfino la gentilezza e la cordialità. Stare sempre al merito del problema senza mai una sfumatura di demagogia. Questo era Guglielmo Epifani. Nella fiera dei riformismi un riformista vero. Ci lascia un vuoto che non si colmerà”.

Parole perfette, per un uomo che a questo paese mancherà molto".

Sezione: Politica italiana / Data: Gio 10 giugno 2021 alle 15:50
Autore: Luca Cavallero
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